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La Cassazione chiede chiarimenti alla Corte di Giustizia dell’Unione sulla figura del caregiver

Corte di Cassazione, Sez. Lav.

Una lavoratrice dipendente, con un figlio minore disabile al 100%, chiedeva alla società datrice di essere assegnata stabilmente ad un turno fisso di mattina per consentirle lo svolgimento delle proprie mansioni compatibilmente con le esigenze del figlio. La datrice rifiutava le domande della lavoratrice. La dipendente, quindi, citava in giudizio la società, sostenendo di essere vittima di comportamenti discriminatori.
La Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi sulla vicenda, si è rivolta alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per chiarire se al lavoratore che si prende cura di un familiare disabile («caregiver») debba essere riconosciuta la medesima tutela contro le discriminazioni spettante al disabile nel caso in cui egli stesso sia lavoratore.
Secondo i Giudici di legittimità, se tale tutela deve essere garantita, la Corte di Giustizia deve stabilire se il datore di lavoro deve adottare soluzioni ragionevoli per assicurare la parità di trattamento del caregiver e fornire una precisa definizione di questa figura.

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