Corte di Cassazione, Sez. Lav.
Dopo aver ricevuto una contestazione disciplinare, un lavoratore ammetteva gli addebiti che gli erano stati rivolti e, conseguentemente, veniva sospeso dal lavoro e dalla retribuzione per dieci giorni. Il lavoratore impugnava la sanzione ritenendola tardiva perché irrogata dopo 4 mesi dalla contestazione del fatto.
La Suprema Corte, nel confermare la sentenza di merito, ha dato ragione al lavoratore, precisando che gli oltre quattro mesi intercorsi tra la confessione del lavoratore e la notifica della contestazione disciplinare erano un tempo sproporzionato e non rispondente a buona fede.