Corte di Cassazione
Il datore di lavoro ha l’obbligo di tutelare l’integrità psico-fisica del lavoratore.
Se il lavoratore si rende disponibile a svolgere prestazioni di lavoro oltre i limiti di orario consentiti dalla legge e subisce un danno da usura psico-fisica, il lavoratore non è responsabile di tale danno.
La Corte di Cassazione ha affermato che «a fronte di un obbligo del datore di lavoro di tutelare l’integrità psico-fisica del lavoratore […] la volontarietà di quest’ultimo, ravvisabile nella mera disponibilità alla prestazione lavorativa straordinaria, […] non [è] idonea a determinare un concorso giuridicamente rilevante» nella causazione del danno alla salute. Il datore di lavoro, dunque, rimane l’unico responsabile.