Corte di Cassazione, Sez. Lav.
Abbiamo più volte dato conto, su questa NewsLetter, dell’orientamento affermatosi per primo nel Tribunale di Milano, secondo il quale a decorrere dall’entrata in vigore della «Riforma Fornero» (luglio 2012) il regime della prescrizione consolidato nella precedente giurisprudenza andava superato.
Secondo quanto ritenuto nei decenni precedenti, infatti, i crediti dei lavoratori subordinati erano soggetti a prescrizione quinquennale anche in corso di rapporto nelle aziende soggette all’art. 18 Statuto dei Lavoratori, ossia quelle sopra i 15 dipendenti; mentre per le aziende più piccole la prescrizione rimaneva congelata fino al termine del rapporto. Ciò significa che, ad esempio, il pagamento per un’ora di straordinario, poteva essere vantato dal lavoratore entro 5 anni, nella grande azienda; mentre nella piccola egli avrebbe potuto esigerlo anche dopo 20 anni, una volta terminato il rapporto.
Orbene, la Suprema Corte ha ora stabilito che la prescrizione non corre più in corso di rapporto neppure nelle grandi aziende. Ciò a causa delle riforme («Fornero» prima e «Jobs act» dopo) che hanno depotenziato le tutele contro i licenziamenti ingenerando nei lavoratori il timore di possibili ritorsioni, palesi o dissimulate, nei casi in cui pretendano di far valere dei loro diritti.
Un credito retributivo, pertanto, potrà essere vantato dal lavoratore subordinato anche a distanza di decenni.