Corte di Cassazione, Sez. Lav.
Una società inviava ad una propria lavoratrice dipendente due volte la medesima lettera di licenziamento per giusta causa: la prima volta, con lettera raccomandata, la consegna non andava a buon fine perché inviata ad un indirizzo errato; la seconda volta, tramite ufficiale giudiziario, la lettera veniva consegnata 10 giorni dopo la scadenza del termine stabilito dal CCNL. La dipendente impugnava il licenziamento sostenendo che il licenziamento fosse illegittimo e chiedendo di essere reintegrata nel posto di lavoro.
La Suprema Corte, investita della questione, ha richiamato il proprio orientamento consolidato in materia. Secondo la Corte, il termine è rispettato quando la spedizione è eseguita prima della scadenza. Infatti, in questo caso, il mittente non può esercitare alcun controllo sui tempi che il vettore impiega ad eseguire la consegna, purché si tratti di un vettore affidabile. Parimenti, l’eventuale mancata consegna non va a danno del mittente quando essa non sia imputabile ad un suo errore.
Nel caso in esame, la datrice aveva errato la prima trasmissione; la tardiva consegna della lettera di licenziamento era quindi attribuibile all’errore della società.
La domanda della lavoratrice è stata quindi accolta.
