Corte di Cassazione, Sez. Lav.
La Corte di Cassazione ha stabilito che, nel lavoro a tempo parziale, i turni di lavoro devono essere indicati in modo preciso e costante nel contratto. Questa decisione affronta la questione se, nel part-time, l’articolazione dei turni debba essere comunicata immediatamente o possa essere indicata periodicamente con un preavviso.
Il caso verteva sull’interpretazione dell’art. 5, D.Lgs. n. 81/2015, che richiede la specifica indicazione della durata e della collocazione temporale dell’orario di lavoro nei contratti part-time. La normativa permette di riferirsi a turni programmati ma la Corte ha chiarito che questa flessibilità non esonera dall’obbligo di specificare chiaramente i turni nel contratto, in assenza di clausole elastiche. La Corte ha affermato che le indicazioni di legge e di contratto sono rispettate solo se i turni sono precisati nel contratto di lavoro part-time in modo da rendere noto al lavoratore come verrà eseguita la prestazione nel tempo. La decisione è coerente con l’obbligo di garantire ai lavoratori la possibilità di programmare la propria vita lavorativa e personale. La decisione si fonda su una interpretazione costituzionalmente orientata della normativa vigente, che richiama il diritto del lavoratore a programmare un secondo lavoro anche a tutela della propria posizione previdenziale. A questo proposito, la Corte ha richiamato la sentenza della Corte Costituzionale n. 210 del 1992, che sottolinea l’importanza della prevedibilità dell’orario di lavoro per i lavoratori part-time.